Il fatto: (tratto da lastampa.it)
Per capire il perché è necessario raccontare che cosa è accaduto a Torino. Nebil, domenica sera, è a Porta Palazzo, zona multietnica. È in strada e passeggia col cellulare all’orecchio. Una pattuglia della polizia in servizio antidroga lo scorge e trova il suo atteggiamento sospetto. Lo segue. Tenere sotto osservazione il marocchino è una buona mossa perché dopo qualche minuto a Nebil si avvicina un italiano in bici. Un rapido sguardo circospetto e nelle mani del ragazzo spunta una banconota che Nebil è lesto a intascare restituendo in cambio tre «pezzi» di hashish.
Una tipica cessione di droga, frequente nelle metropoli. La polizia aspetta che il ragazzo si allontani e lo ferma. L’italiano indica Nebil. Il marocchino, che si è spostato di poco dal luogo dello scambio, è arrestato con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti.
«Ho una figlia»
Nebil non sembra preoccupato. D’altra parte per lui non è una novità visto che ha alle spalle altri precedenti. Sarà forse per questo che ieri mattina, quando arriva davanti al giudice Odilia Meroni al processo per direttissima, crede di cavarsela con poche parole: «Ho una figlia di 5 anni e una convivente che mi aspetta a casa...». Pensa forse di uscire presto di prigione. E così la pensa anche il suo avvocato. Invece la pubblica accusa, Cosimo Maggiore, chiede per il marocchino Nebil una stangata.
La legge Fini-Giovanardi ha infatti equiparato le droghe leggere a quelle pesanti. La pena prevista va dai 6 ai 20 anni. A pesare sulla situazione, inoltre, ci sono i precedenti di Nebil: negli ultimi 5 anni il marocchino ha collezionato una condanna definitiva a 8 mesi per droga e resistenza a pubblico ufficiale (stesso reato e quindi recidiva specifica) e una pena inflitta in primo grado per rapina. Il che - come si dice in gergo - non permette al giudice di considerare «le attenuanti generiche prevalenti sull’aggravante della recidiva». In soldoni: niente riduzioni. Il passato di Nebil costa caro al marocchino: sei anni e tre mesi che diminuiti di un terzo per la direttissima (automatismo previsto dalla legge per chi sceglie riti alternativi facendo in questo modo risparmiare tempo e denaro alla giustizia), vale appunto quattro anni e due mesi.
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Oggi tutti i giornali e i tg raccontano la storia del povero marocchino perseguitato dalla giustizia che si becca quattro anni di carcere per aver ceduto 1 grammo di hascish.
Ora, se è vero che la giustizia italiana è una farsa ridicola che dà 6 anni a un bastardo che uccide investendoli 4 ragazzini in motorino e gli viene pure concessa la condizionale in modo che possa fare il divo della tv, è altresì vero che questo spacciava e non era la prima volta. Il gentiluomo aveva ricevuto una condanna per droga, resistenza a pubblico ufficiale e pure una bella rapina.
Ma, con il solito buonismo all'italiana, l'opinione pubblica non pensa che questa dovrebbe essere la prima di una serie di condanne esemplari che riportino un pò di legalità in un paese che sta implodendo ma pensa al povero immigrato che, in preda alla disperazione, incontra clienti con i quali si era accordato per l'incontro e, massima delle disgrazie, finisce in carcere nonostante spacciasse solo un paio di canne.
Beh, io credo sia ora di finirla. Le pene devono essere esemplari, il rigore deve tornare a essere rigore e le regole tornare a essere fondamenti da rispettare e non ostacoli da aggirare.
Penso inoltre che, anche se in senso assoluto è difficile pensare di equiparare l'hascish alla cocaina, sia giusto equiparare le droghe leggere a quelle pesanti per far capire a tutti, specialmente ai più giovani, quanto sia sbagliata quella strada e quanto c'è la necessità di stare lontani da qualsiasi tipo di droga. Questa strada, purtroppo, è percorribile soltanto tramite una repressione a tolleranza zero perchè i consumatori devono avere il terrore di essere presi e gli spacciatori la certezza di farsi almeno 4 anni di carcere.
Insomma, concludendo, credo che l'opinione pubblica dovrebbe premere affinche le pene fossero sempre così esemplari e non preoccuparsi che Mohammed Nebil si faccia o meno 4 anni nelle patrie galere.
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2 commenti:
pena esemplare visti i precedenti, ma sarebbe ora di perseguire e punire seriamente anche i "consumatori" che vengono fermati durante la fase di acquisto (magari ci pensa due volte il ragazzino prima di prendere lo scooter ed andare a porta palazzo?).
Perfettamente d'accordo!
Controlli a tappeto e sanzioni esemplari anche per i consumatori.
Brava Franci
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