
Venerdì sera sono stato "all'evento" cittadino, l'inaugurazione del ricostruito Teatro Sociale.
L'idea nasce il 1 maggio del 1836, il 18 agosto 1842 viene inaugurato ufficialmente con "La straniera" di Bellini ma il 09 aprile 1972 viene distrutto da un incendio. Poi passano trentanni di polemiche e di poche cose fatte. Venerdì 16 maggio 2008 tocca a Renzo Arbore con la sua Orchestra Italiana riaprire il sipario sul tanto atteso teatro dei pinerolesi.
Certo, non una piece teatrale di altissimo livello certo, ma un uomo di spettacolo di grande capacità e un gruppo di musicisti bravissimi che hanno portato il giusto clima di festa all'evento.
Devo dire che, anche se il genere canzone napoletana non è proprio tra i miei preferiti e di molte canzoni non ho capito le parole, lo spettacolo è filato via liscio per quasi 3 ore con bis e contro bis e con la sorpresa (io in realtà lo sapevo da mio papà presente alle riunioni in comune) dell'orchestra che attacca l'inno di Pinerolo. Sorpresa ampliata anche dal fatto che buona parte del pubblico lo cantava, il che significa che non siamo rimasti una piccola tribù che parla piemontese in città.
Per quanto riguarda il teatro: per fare il perfezionista, al solito, avrei curato un pò di più le scale, almeno per l'inaugurazione, con qualche addobbo floreale e magari un guida rossa sul pavimento. Bello il foyer con il nuovo pavimento in resina. Il teatro ha un'immagine abbastanza moderna, un pò auditorium, che ha fatto storcere il naso a qualcuno, è un pochino freddo ma in compenso ha una buona acustica e soprattutto si vede molto molto bene da qualunque punto si è seduti.
Come contorno allo spettacolo, come ogni prima che si rispetti, la protesta molto civile degli ambulanti e dei "no parcheggio sotterraneo" che manifestavano prima dell'inizio.
Io ne ho approfittato anche per fare un pò di pubblice relazioni con le autorità presenti in vista dei festeggiamenti per i cento anni della mia azienda.

Ed ora, in omaggio al nuovo teatro e come auspicio per una stagione teatrale finalmente all'altezza di una città come Pinerolo, l'inno.
LA MADONINA 'D PINEREUL
I.
Lassù a l'ombra del pì bel cioché
na Madonina aié;
na Madonina che a destend le man
su la sità dij pin.
Anche se it parte e it na vade lontan
a t' resterà davsin
come la bela grassiosa sitadina
che cola Madonina
a guarda e a benedis.
RITORNELLO.
Pinereul, sitadina
che it ses tuta 'n bel soris,
con sto cel, l'aria fina
't ses per mi 'l pì bel paìs!
A guardè la colina
ij toi ort e 'l to Monvìs
tuti amis, tuti amis noi is sentoma
come feuisso 'n paradis.
II.
Lassù a l'ombra del pì bel cioché
na Madonina aiè;
e da lassù a fa pieuvi ij sò basin
su tute le masnà;
e col sò sguard d'amor anluminà
a fa fiorì ij giardin
e le montagne e ij camp e la colina
che la nostra Madonina
a guarda e a benedis.
RITORNELLO.
Pinereul, sitadina
che it ses tuta 'n bel soris,
con sto cel, l'aria fina
't ses per mi 'l pì bel paìs!
A guardè...
1 commento:
Se vuoi ti mando le scansioni dello spartito.
Posta un commento