
Ah! i bei tempi in cui i giornali appofondivano argomenti, in cui i TG non erano un rotocalco rosa e in cui le copertine non erano invase dal tremendo "Caso Corona" del quale siamo ancora tutti sconvolti altro che mostro di Firenze.
Sul mio quotidiano, La Stampa, oggi parliamo di un argomento del quale effettivamente non riuscivo a fare a meno, una cosa senza la quale non so come poter andare al mare, una di quelle notizie che scuoteranno il paese.
Il premiato quotidiano torinese titola:
Come salvare un cellulare annegato
Se il vostro “amato” ha fatto un bagno in acqua salata, dovete, prima di tutto, sciacquare in acqua dolce batteria, Sim e telefono. Rimuovere immediatamente la batteria, se il telefono è acceso, i circuiti interni si alimentano dalla batteria, ovvero c'è un passaggio di corrente, l'acqua si infiltra nei circuiti dalla mascherina della batteria: è finita.
...Non abbiate fretta di rimontare il tutto per vedere se funziona. Dopo aver smontato e asciugato bene tutto il possibile, lasciate le singole parti separate a “riposare”, non al sole.
...Quanto dovete aspettare prima di provare a vedere se il telefono funziona? Beh, sareste dei santi se aveste la pazienza di aspettare almeno tre giorni, o probabilmente potreste tranquillamente fare a meno del telefono cellulare, magari 24 ore sono già qualcosa.
Valerio Mariani.
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